Rilievi

“Ara Pacis” marmo, 10×11 m. h 3,68 m.

L’ara pacis è un altare voluto dall’imperatore Augusto per esaltare la pace imposta agli stati dell’impero romano. Augusto è ricordato come colui che ha portato la pace nell’impero. L’altare è dedicato alla dea dell pace: Pax. Il monumento è formato da un recinto in marmo ed un altare all’interno. Le pareti sono scolpite a rilievo . All’esterno nella fascia inferiore i rilievi sono di tipo floreale. In alto i rilievi più importanti raffiguranti i membri della famiglia di Augusto. Le figure sono disposte su tre piani per stabilire una gerarchia.

Il fregio floreale a prima vista sembrerebbe la cosa meno degna di nota: girali di acanto, fiori, frutta, tutto scolpito a rilievo in un insieme molto ricco e molto dettagliato. Ma proprio per questo il fregio è estremamente naturalistico: i fiori sono resi nei particolari, le foglie d’acanto hanno le nervature, i chicchi d’uva sono scolpiti uno a uno, talmente perfetti che si potrebbero cogliere. Anche il registro superiore del recinto dell’altare era dipinto. Sui due lati si sviluppa una lunga processione: un rito religioso? Sì, perché Augusto è rappresentato con la testa velata; ma quale sia questa processione non è dato sapere. Ad essa partecipano i familiari di Augusto, alcuni dei quali perfettamente riconoscibili, e poi senatori, littori e altri personaggi pubblici come i magistrati incaricati di organizzare i banchetti pubblici, uno dei quali è girato di fronte, unico tra gli astanti.

ARCO DI TITO

L’ imperatore Augusto ha inaugurato l’arco di trionfo per valorizzare le vittorie militari. L’arco di Tito è stato costruito in onore dell’imperatore Tito. L’ arco in opus quadratum presenta un fornice: un’apertura coperta da una volte a botte (estensione dell’arco). L’attico ha incisioni latine per inneggiare l’imperatore:
SENATUS (Senato)
POPULUSQUE ROMANUS (Popolo Romano)
DIVO TITO DIVI VESPASIANI F(ILIO) (Divinizzato Tito, figlio di Vespasiano Augusto)
VESPASIANO AUGUSTO .


I romani inventarono il capitello composito formato da foglie corinzie e volute ioniche. Ai lati vi sono le semicolonne con capitelli compositi.

Sono presenti delle sculture a rilievo. La volta del passaggio conserva una ricca decorazione a cassettoni: al centro è raffigurato in una formella “Tito portato in cielo da un’aquila”, allusione alla sua apoteosi imperiale. La divinizzazione dopo la morte è un atto politico che ricorda il successo dell’imperatore. Tito dopo la sua morte venne celebrato con un’immagine di cera. Successivamente l’immagine venne bruciata quale simbolo di ascensione al cielo. Solo gli imperatori migliori venivano divinizzati.

I rilievi più interessanti sono i due pannelli che decorano i lati del fornice, che commemorano due fasi del trionfo di Tito dopo la cattura di Gerusalemme.

Il pannello destro mostra l’imperatore Tito sulla quadriga trionfale, incoronato dalla Vittoria. La quadriga è condotta dalla personificazione della Virtù a piedi, mentre le altre due figure allegoriche a fianco del carro sono forse il Senato il popolo romano. Sullo sfondo si affollano le teste e i fasci dei littori (ufficiali scorta dei magistrati).

Sul lato sinistro è raffigurato l’ingresso del corteo nella Porta che è raffigurata all’estrema destra in prospettiva scorciata. Nella scena si vedono i romani che avanzano recando gli arredi saccheggiati al tempio di Gerusalemme (candelabro a sette bracci, la tavola per il pane con i vasi sacri, le trombe d’argento) e le tabelle con iscrizioni esplicative degli oggetti presi e delle città vinte.

ARCO DI COSTANTINO

“Arco di Costantino” Larghezza 25 m. altezza 20 m. profondità 7 m.

L’ arco di Costantino è un arco di trionfo dal quale passavano il corteo dei vincitori al ritorno della guerra. La sua funzione è di narrare le imprese dell’imperatore Costantino. Questo arco in opus quadratum ha tre fornici: un’apertura centrale e due aperture laterali di dimensioni minori. Gli archi a tutto sesto sono inquadrati da otto colonne corinzie ossia quattro per lato. Sono presenti rilievi e medaglioni che illustrano la vittoria di Costantino con la quale l’imperatore decise di donare la libertà di culto ai cristiani. Inoltre vi sono una volta a botte (estensione dell’arco), ed una grande iscrizione per elogiare l’imperatore.

Tondo di Costantino: “Apollo-Sole sul carro”

Tondo di Costantino: “Diana-Luna sul carro”

Nelle facciate dell’arco vi sono sei tondi in rilievo: tre per lato. I tondi rappresentano “Sacrificio ad Apollo”, “Sacrificio a Silvano”, “Sacrificio a Diana”, “Caccia al Cinghiale”, “Caccia al Leone”, “Caccia all’orso”. Ai lati vi sono altri due tondi: “Apollo-Sole”, “Diana-Luna”.

“Il discorso di Costantino”
“Distribuzione di denaro al popolo”

Una delle scene più importanti dell’arco di Costantino è “Il discorso di Costantino” la scena ha luogo nel Foro Romano. L’imperatore è posizionato al centro, in posizione rigidamente frontale ed è ingrandito gerarchicamente. Ai lati del palco vi sono le statue di Adriano e Marco Aurelio.

In “Distribuzione di denaro al popolo” vi sono vari moduli di proporzione gerarchica: l’imperatore è seduto al centro sul trono, in rigida posizione frontale, sovrastando i personaggi di seguito a loro volta più grandi degli altri funzionari. Poi si osservano dei personaggi in toga in basso vicino all’imperatore che prendono con le mani velate il donativo dalle mani dell’imperatore. Nella fascia inferiore è rappresentata la massa anonima dei beneficianti. Questi ultimi sono colti con la mano alzata per ricevere. Infine nelle logge sopraelevate con aule si vedono i funzionari che registrano le elargizioni e che prelevano il denaro dai forzieri. Quindi l’imperatore è più grande degli altri funzionari, questi ultimi sono più grandi degli altri cinque togati in basso. Inoltre questi ultimi sono più grandi degli altri togati accanto. Infine da un punto di vista compositivo emergono i funzionari nelle aule.