La pittura pompeiana

La pittura romana è definita pompeiana poichè utilizza il rosso pompeiano, questo colore caldo è ottenuto dal minerale cinabro sommato alle terre, all’ocra e all’azzurro. I romani utilizzavano la tecnica dell’affresco: pittura su intonaco fresco. Nell’arte romana si vedono alcuni influssi etruschi laddove è presente un segno naturalistico ed alcuni influssi greci nella descrizione di scene rituali e mitologiche. La pittura pompeiana è suddivisa in quattro stili. Nel primo stile (200 a.C.-90 a.C.) ad “incrostazione” le pitture parietali imitano il marmo con stucco a rilievo.

I stile: “Casa Sallustio”

Nel secondo stile (90 a.C.- 20 a.C.) “architettura in prospettiva” gli elementi architettonici sono disegnati sul muro. Le pitture imitano i rilievi architettonici.

II stile: “Villa di Fannio”

In questo affresco sono simulate le colonne ioniche in primo piano. In secondo piano è evidente un tempietto rotondo con colonne corinzie, ai lati vi sono due colonnati dorici. I colori sono vivaci.

Nel terzo stile (20 a.C.-50 d.C.) “naturalistico” sono rappresentate scene naturali ed ornamentali in ampi spazi con paesaggi e temi mitologici.

III stile: “Fanciulla che coglie i fiori”

Nell’ antica Roma la dea Flora era considerata la protettrice delle fioriture e del grano nascente, alle sue feste bisognava partecipare con vesti di vario colore, per imitare i fiori. Per i romani il culto verso gli dei era un dovere morale e civile, la pratica religiosa assicurava, la pax deorum della quale beneficiava la città, la famiglia e l’individuo.

Nel quarto stile (50 d.C.- I d.C.) “illusionismo prospettico” i romani rappresentavano lo spazio architettonico in modo teatrale.

IV stile: “Casa dei Vettii”

In questo affresco vi sono varie scene che rappresentano gli dei fra cui la dea Giunone in trono con la testa coronata ed una cornucopia simbolo di abbondanza.

I MISTERI DIONISIACI

Villa dei Misteri (Pompei)

Questo affresco pompeiano è uno dei più famosi della pittura romana. Le tre scene sono dedicate al dio del vino Bacco. Le figure sono 29 a grandezza naturale. A sinistra una donna porta un vassoio guardando l’osservatore e con l’altra mano porge un ramoscello d’ulivo. La protagonista, seduta di spalle, è incoronata con foglie, ha la testa coperta da un fazzoletto listato di viola e il telo che copre la sedia è bianco, viola nella parte inferiore. Ella solleva poi con la mano sinistra una stoffa viola. A conferma del rito di iniziazione alle pratiche dionisiache è il fatto che ella stringa nella destra un ramoscello. Si accinge a lavarlo in acqua.

Il personaggio alla sua destra versa l’acqua dal vaso alla vaschetta che vediamo sotto la mano della protagonista, a simboleggiarne la vitalità e la rinascita (di nuovo si ricorda come l’esito del rito dionisiaco fosse collegato al ciclo vitale della vegetazione).

Gli angoli della bocca piegati in basso, la pupilla spostata invece in alto, semicoperta dalla palpebra, denotano la profonda commozione con la quale si sta sottoponendo a questa cerimonia.